La Rivista

 

 

 

 

 

 

EDITORIALE

  

Infrastrutture nel paesaggio alpino

 

 

 

 

La catena alpina ha sempre rappresentato un grande ostacolo ai collegamenti e, a partire dalla  seconda metà dell’800, una sfida per gli ingegneri delle costruzioni ferroviarie, impegnati a scavare la montagna. Anche oggi si stanno realizzando importanti opere ferroviarie. In Svizzera si lavora alle Nuove Trasversali Alpine del San Gottardo e del Lötschberg. La galleria di base del San Gottardo, lunga 57 km, sarà la più lunga del mondo, ma il suo cantiere è anche un esempio di intelligente programmazione a difesa dell’ambiente, con precise norme che regolano la fornitura, la movimentazione e lo smaltimento di enormi quantità di materiali, mentre collocazione e costruzione degli impianti proteggono gli abitanti da rumore e polveri. Per quanto riguarda l’Italia, è stato definito il tracciato per il potenziamento dell’asse Monaco-Verona e si procede, con grande difficoltà, verso una scelta definitiva per la Torino-Lione, sulla direttrice del Corridoio V. In questo numero della rivista, una sintesi dell’ampio scenario.

Anche le strade, nelle aree di montagna, pongono problemi particolari: è necessario soddisfare gli obiettivi di funzionalità inserendo però correttamente l’infrastruttura nell’ambiente e facilitando la rinaturalizzazione spontanea delle aree interessate dai lavori. Frequenti sono le opere di consolidamento per far fronte ad eventi meteorologici e le opere di difesa da caduta di massi e valanghe. Un esperto analizza il caso della provincia di Belluno

Talvolta una rete viaria insufficiente o caratteristiche idrogeologiche, tipiche delle aree montane, che favoriscono smottamenti e inondazioni rendono necessario l’utilizzo di un aeroporto. Così in Valtellina, fin dagli anni ’80 sono state formulate ipotesi di potenziamento di un’aviosuperficie esistente per adeguarla ai requisiti richiesti per il trasporto pubblico passeggeri.

Nell’immaginario collettivo, però, il trasporto alpino per eccellenza è quello a fune, in grado di trasferire sulle vette il popolo sempre più numeroso dei turisti. Nel dopoguerra il settore degli sport invernali è stato la chiave per lo sviluppo economico della montagna, e questo fatto ha determinato la diffusione degli impianti di risalita. Turismo significa ricchezza, ma anche possibile conflitto con l’ambiente: colate di cemento sui pendii e una lenta, inesorabile standardizzazione dei luoghi e degli stili di vita della popolazione locale. Per soddisfare il turismo di massa, certi interventi architettonici riproducono archetipi cari all’immaginario collettivo fino a banalizzarli, ostacolando la maturazione di  forme nuove.

Fra gli altri temi affrontati in questo numero, la testimonianza su un episodio gravissimo: due geografi, responsabili scientifici di un gruppo di ricerca sulle criticità ambientali e paesaggistiche del nord-est, hanno subito un’azione legale per la pubblicazione di  un libro.

Infine prende avvio una nuova rubrica su innovazione e multimedialità, con lo scopo di osservare la realtà che ci circonda, contrassegnata in modo sempre più marcato dalla tecnologia. Non solo per valutare i sempre nuovi strumenti a disposizione dei progettisti, ma soprattutto per interrogarsi sugli sviluppi futuri di questa vera e propria rivoluzione in atto e sulle sue concrete conseguenze per le persone e il loro ambiente di vita.

 

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