Convegni
|
NOTA STAMPA
Siamo nell’era della trasformazione: delle conoscenze, delle idee, degli stili di vita. Cambiano paesi grandi come continenti, intere metropoli vengono letteralmente rase al suolo e ricostruite per soddisfare nuove esigenze abitative ma, soprattutto grandi interessi economici. Anche l’arte è sempre più ostaggio di abili mercanti, indifferenti ai valori della pura creatività. La tecnologia informatica, da strumento, è assurta al ruolo di vero e proprio “cervello” che tende a sostituirsi al disegno tradizionale per generare forme architettoniche di grandi effetto. L’esteso ribaltamento di prospettiva è reso più dirompente da una comunicazione sempre più sofisticata, capace di imporre modelli che appaiono attraenti, in una civiltà dell’immagine avvezza a scivolare in superficie. Da queste constatazioni prende avvio il convegno La ricchezza ucciderà la bellezza?, che è stato organizzato dalla Facoltà di Architettura Valle Giulia di Roma con la rivista Trasporti & Cultura e si svolgerà il 6 novembre 2008, con inizio alle ore 10 nell’Aula Magna della Facoltà. L’iniziativa è curata da Marco Nardini e Laura Facchinelli. Il convegno prevede, nella mattinata, dopo l’apertura del preside Benedetto Todaro e del direttore di corso di laurea Roberto de Rubertis, interventi di Domenico Parisi, Mario Costa, Lorenzo Taiuti e Marco Nardini su “Arte: necessità e significato” e di Laura Facchinelli, Fabio Quici e Valerio Paolo Mosco su “Forme nello spazio urbano”. Nel pomeriggio, dopo la lectio magistralis di Franco Purini sul tema “La bellezza utile”, si terrà una tavola rotonda coordinata dal giornalista Giuseppe Pullara sulla nostra capacità, oggi, di “sentire la bellezza”: parteciperanno un architetto e un urbanista, un regista, un curatore d’arte e un neuropsichiatra. I relatori si interrogheranno sulle conseguenze che la radicale trasformazione in corso comporterà in termini di qualità, nell’espressione artistica e nelle nostre città. Si interrogheranno sulla bellezza che, quando entra in campo la ricchezza, viene barattata con i materiali preziosi, con le forme sontuose e stupefacenti. Il rischio è quello di dimenticare il nostro bisogno di bellezza, intesa come equilibrio rassicurante delle forme e sublime slancio verso l’eternità.
|